Pasqua 2023

La mia poesia di quest’anno per augurarvi Buona Pasqua

#pasqua #buonapasqua #pasqua2023

Come chi
Con speranza
Continua a insegnare
A cercare
In luoghi diversi
Da dove
Si è abituati
A trovare

Pâques 2023

Comme qui
Avec espoir
Continue à enseigner
Chercher
Dans différents endroits
Là où
On est habitué
À trouver

Easter 2023

Like who
With hope
keep teaching
to look for
In different places
From where
We are used to it
To find

Pascua 2023

Como quién
Con esperanza
sigue enseñando
buscar
En diferentes lugares
De donde
Estamos acostumbrados
A encontrar

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Natale 2022

Nel 1985 scrissi la mia prima poesia in occasione del Natale.

In 1985 I wrote my first poem for Christmas.

En 1985, j’écrivis mon premier poème pour Noël.

En 1985 escribí mi primer poema de Navidad.

Da allora ho continuato a scrivere, un po’ in prosa un po’ in poesia.

From that moment on I continued to write, partly in prose and partly in poetry.

À partir de ce moment, j’ai continué à écrire, en partie en prose et en partie en poésie.

A partir de ese momento seguí escribiendo, en parte en prosa y en parte en poesía.

Natale ‘22
 
Il pianto
Del bambino
Da sempre 
Risuona uguale
 
Il latte
Della mamma
Nel mondo
È bianco uguale
 
Il pianto
Di chi scappa
Da sempre
Rimbomba uguale 
 
La neve
Che avvolge
I corpi a terra
È bianca uguale 
 
L’acqua del mare
Che accoglie
I corpi che affondano
È salata uguale
 
Non per tutti
È un buon Natale


Christmas ’22 

The baby’s
crying
Always
Sounds the same
 
The mom’s
Milk
Across the world
Has the same white
 
The fugitive’s
Crying
Always
Rumbles the same
 
The snow
Which covers
The bodies on the ground
Has the same white
 
The sea waters
Which house
The sinking bodies
Are salty the same
 
Not for all
It’s a merry Christmas


Noël ’22
 
Les pleurs
D’enfant
Toujours
Sonnent pareil
 
Le lait
De maman
Dans le monde
C’est le même blanc
 
Les pleurs
De ceux qui échappent
Toujours
Tonnent pareil
 
La neige
Qui enveloppe
Les corps au sol
C’est le même blanc
 
L’eau de mer
Qui accueille
Les corps qui coulent
C’est salée pareil
 
Pas pour tous
C’est un joyeux Noël


Navidad ’22

El llanto
De niño
Siempre
Suena igual
 
La leche
De mamá
En el mundo
Es el mismo blanco
 
El llanto
De aquellos que escapan
Siempre
Retumba igual
 
La nieve
Que envuelve
Los cuerpos en el suelo
Es el mismo blanco
 
El agua de mar
que acoge
Los cuerpos que se hunden
Es salada igual
 
No para todos
Es una feliz Navidad
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Pasqua – Easter – Pâques 2022

Consapevole che le poesie non si spiegano, ma lasciano che il lettore sia trasportato da ciò che prova nel leggerle; lascio qui un breve commento per condividere ciò che ha ispirato me nello scrivere i tradizionali auguri: di fronte alla croce si tende a scappare, ma, nella narrazione, c’è stato anche chi è corso al sepolcro a cercare.

Cosa fate, scappate?
Sì! Abbiamo paura! 

Perché?
Abbiamo perso la speranza… 

Dove andate?
In cerca di chi ci può aiutare a ritrovarla.
What are you doing, run away?
Yes! We’re scared! 

Why?
We lost hope… 

Where are you going?
Looking for someone who can help us to find it.
Que faites-vous, fuyez?
Oui ! Nous avons peur!  

Pourquoi ?
Nous avons perdu l’espoir… 

Où allez-vous ?
Chez qui peut nous aider à le trouver.
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Natale 2021

Come ogni anno, da una trentina d’anni, per augurare un buon periodo natalizio ho composto una poesia.

Natale 2021 

C’è luce nella bottega di quartiere.
Non c’è luce nel centro commerciale. 
C’è luce nella voce del nonno che racconta Gesù Bambino al nipote.
Non c’è luce nella TV accesa in salotto. 
C’è luce nelle mani dell’infermiera.
Non c’è luce nella gru che cade. 
C’è luce nel dolore della famiglia che ha perso un figlio.
Non c’è luce nei confini. 
C’è luce nell’uomo vicino alla propria donna che soffre.
Non c’è luce nelle (63) mani alzate con violenza. 
C’è luce in un quadro del Caravaggio.
C’è luce in una notte di luna nuova.
C’è luce in una fotografia in Bianco e Nero.
C’è luce nel fitto del bosco.
C’è luce nell’urlo della nuova mamma
Christmas 2021

There is light in the neighborhood shop.
There isn’t light in the shopping center.
There is light in the voice of the grandfather who tells the Child Jesus to his grandson.
There isn’t light on the TV on in the living room.
There is light in the nurse’s hands
There isn’t light in the falling crane
There is light in the pain of the family that has lost a son
There isn’t light in the borders
There is light in the man next to his woman who suffers
There isn’t light in the (63) hands raised with violence
There is light in a Caravaggio’s painting
There is light on a new moon night
There is light in a black and white photo
There is light in dense forest
There is light in the scream of the new mother
Noël 2021

Il y a de la lumière dans la boutique du quartier.
Il n’y a pas de lumière dans l’hypermarché.
Il y a de la lumière dans la voix du grand-père qui raconte l’Enfant Jésus à son petit-fils.
Il n’y a pas de lumière sur la télé dans le salon.
Il y a de la lumière dans les mains de l’infirmière
Il n’y a pas de lumière dans la grue qui tombe
Il y a de la lumière dans la douleur de la famille qui a perdu un fils
Il n’y a pas de lumière dans les frontières
Il y a de la lumière dans l’homme à côté de sa femme qui souffre
Il n’y a pas de lumière dans les (63) mains levées avec violence
Il y a de la lumière dans un tableau du Caravaggio
Il y a de la lumière dans une nuit de nouvelle lune
Il y a de la lumière dans une photo en noir et blanc
Il y a de la lumière dans l’épaisseur du bois
Il y a de la lumière dans le cri de la nouvelle mère
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Due parole con Franco Faggiani su KeepCleanAndRun

Ascolta “Keep Clean and Run for Peace, il plogging più lungo del mondo” su Spreaker.https://widget.spreaker.com/widgets.js

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Pasqua – Easter – Paques 2021

Il silenzio della via squarciato dal bitonale delle sirene 

Il silenzio della stanza rotto dal singhiozzo del respiratore 

Il silenzio del monte
insopportabile 

“… perché mi hai abbandonato?” 
The silence of the streettorn by the two-tone sirens 

The silence of the room broken by respirator hiccups 

The silence of the mountain
unbearable 
“… why have you forsaken me?” 
Le silence de la rue
déchiré par les deux tons des sirènes 

Le silence de la chambre
brisé par le hoquet du respirateur 

Le silence de la montagne
insupportable 

“… pourquoi m’as-tu abandonné?” 

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Natale 2020

Natale 2020

Stare nel buio
Passare nel buio
Per vedere la luce 

Sentire freddo
Abbandonare il comfort
Per vedere la luce 

Scoprire le difficoltà
Capire la fatica 
Con la luce 

tentati dal buio…dell’ignoranza.
Stay in the dark
Pass in the dark
To see the light 

Feel cold
Abandon comfort
To see the light 

Discover the difficulties
Understanding the fatigue
With the light 

tempted by the dark…of ignorance.
Rester dans le noir
Passer dans le noir
Pour voir la lumière 

Avoir froid
Abandonner le confort
Pour voir la lumière 

Découvrir les difficultés
Comprendre la fatigue
Avec la lumière 

tentés par l’obscurité…de l’ignorance.

Auguri

Roberto Cavallo

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Pasqua 2020 – Pâques 2020 – Easter 2020

Quest’anno è stato più complicato trovare la concentrazione.

Le parole, l’idea, il concetto circolava da settimane ormai e faceva fatica a posarsi, a sedimentare, a lasciarsi prendere.

Auguri

Per Nascere due volte occorre morire

Passare oltre

Percorrere un cammino

Vincere le schiavitù

Poi la luce

Fa male

Agli occhi

Poi il freddo

Fa male

Sulla pelle

Poi la stanchezza

Fa male

Alle gambe

Eppure è gioia

Sentirsi sfiniti

Sentirsi svuotati

Sentirsi liberi

E ripensare, ripercorrere

Il sorriso richiede sofferenza

La libertà vuole tempo

Il cammino richiede una meta

C’è un prima e un dopo

Il dopo è diverso dal prima

Per questo si può rinascere, diversi.

 

Pour naître deux fois il faut mourir

Passer au-delà

Suivre un chemin

Vaincre l’esclavage

Puis la lumière

Qui fait mal

Aux yeux

Puis le froid

Qui fait mal

A la peau

Puis la fatigue

Qui fait mal

Aux jambes

Pourtant c’est la joie

De se sentir épuisé

De se sentir vide

De se sentir libre

Et repenser, retracer

Le sourire demande de la souffrance

La liberté prend du temps

Le voyage nécessite un but

Il y a un avant et un après

L’après est différent de l’avant

C’est pour cela qu’on peut renaître, différents.

 

To be born twice one has to die

To go beyond

Follow a path

Overcome slavery

Then the light

It hurts

In the eyes

Then the cold

It hurts

On the skin

Then fatigue

It hurts

In the legs

Yet there is joy

Feeling exhausted

Feeling empty

Feeling free

Rethinking, retracing

Smile takes suffering

Freedom takes time

The journey requires a goal

There is a before and an after

The after is different from the before

That is why we can be reborn, Anew.

 

 

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Diversità

Ho festeggiato il mio 50mo compleanno invitando chi in questi anni ha ricoperto un ruolo importante nella mia vita. Qualcuno ha potuto partecipare. Con loro ho condiviso una “festa diversa”, così l’ho chiamata.

Ho invitato 4 amici a interpretare la diversità dal loro punto di vista:

  • un fotografo: Massimo Arcaro
  • un musicista: Filippo Cosentino
  • un guardaparco: Luca Giunti
  • un sacerdote: don Carlo Pertusati

Ho condiviso la loro testimonianza con chi è riuscito ad essere con me.

Perché credo che se un futuro potremo avere non potrà che passare attraverso l’economia della condivisione.

Questo il testo che ho scritto e letto alla fine della festa:

Fin da quando ero piccolo mi piaceva percorre strade diverse.

L’ho scritto nel mio primo romanzo: anche quando dovevo arrivare alla stessa meta cercavo di cambiare via.

Ricordo che per andare alla scuola elementare a volte passavo per il corso e respiravo gli scarichi delle auto, che, chissà perché mi piaceva pure quell’odore.

Altre volte passavo per i campi, quelli che adesso non ci sono più e sono una serie di condomini e case e supermercato e campo da calcio in erba sintetica.

Perché poi i campi, quelli naturali intendo, loro, sono sempre diversi, perché una volta c’è il fango dopo la pioggia, una volta c’è un fiore che il giorno prima non era ancora fiorito, una volta c’è la terra smossa da una talpa, l’altra volta ancora un escremento di qualche animale e io che spesso guardo per terra ci vedo sempre qualcosa di diverso.

Poi mio nonno ha incominciato a farmi scoprire che può essere diverso un qualcosa apparentemente uguale. Era quella storia che ho raccontato in un altro mio scritto: “a r’é ‘na stòria bela ca fà piasì contera, veu-ti ch’et ra conta?”

E lì, oltre a imparare la perseveranza, ho incominciato ad intuire che con una stessa frase, sempre uguale, in realtà potevi andare avanti per ore a giocare con ciò che sembrava uguale, ma che in realtà era sempre diverso.

La diversità l’ho studiata.

Con gli insetti: un individuo della stessa specie eppure con sfumature di colori diversi, dalla livrea delle elitre di un coleottero, alle squame di una farfalla.

Con i fiori: decine e decine di specie diverse di orchidee spontanee in un fazzoletto di terra come sono le Langhe.

Diversa l’inclinazione, diversa l’esposizione, diversi i venti, diverso il clima; e gli animali si spostano e le piante si adattano.

Perché la diversità è garanzia di sopravvivenza.

Il DNA si mescola, la generazione successiva è sempre diversa dalla precedente ed è così che la vita ha imparato a sopravvivere a sé stessa, sulla terra.

Non c’è un meglio o un peggio c’è un diverso che è il passaporto per il successo.

Lo ha scritto Beppe Fenoglio, che si sentiva diverso; “non mi sento né migliore né peggiore”, scriveva.

Ma noi uomini abbiamo un rapporto strano con la diversità: cerchiamo luoghi esotici da visitare in vacanza, perché sono diversi dal nostro quotidiano; poi, in quegli stessi luoghi, cerchiamo persone che parlino la nostra lingua o ristoranti che servano ciò che mangiamo tutti i giorni a casa. Rientrati nelle nostre città cerchiamo i ristoranti che servono cibo dei luoghi dove siamo stati in vacanza, e ci fanno paura le persone che da quei luoghi sono scappate alla ricerca di qualcosa di meglio.

Già! Perché in fondo la diversità ci fa paura.

Arriviamo a farcela piacere, la diversità, ma a piccole piccolissime dosi.

La diversità definisce i suoi confini quando il cervello sinistro, quello razionale, prende il sopravvento su quello destro e tutto diventa parametrato, e incominciamo a prendere le misure, a stabilire quel confine bastardo tra ciò che è normale e cosa no.

E perdiamo quella spontaneità, priva di giudizio, che abbiamo da piccoli, quando i due cervelli convivono in pace.

Quella diversità che ci fa chiedere ingenuamente a nostra madre, di fronte ad una persona molto alta: “mamma perché quello lì è così grande?” o di fronte ad un nano “perché quello lì è così basso?” o di fronte a un portatore di handicap o a un individuo con la sindrome di Down o a qualunque altra diversità “mamma come mai quello lì è così?” e noi, diventati adulti, non sappiamo cosa rispondere, ci imbarazziamo, arrossiamo, perché ci siamo costruiti un sistema di riferimento che non prevede la diversità.

Quando ero ragazzino mi regalarono un gioco di magia. C’era qualche trucco facile da fare. Ricordo che c’erano due mezzelune colorate, mi pare fossero una verde e l’altra rossa. Se le mettevo una sopra l’altra erano identiche. Poi spostavo una delle due di lato e “magicamente” una delle due sembrava più grande dell’altra.

Ecco, forse, per capire davvero la diversità dovremmo allenarci a cambiare punto di vista.

Tutto sarebbe così diverso da apparirci uguale.

 

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I miei auguri di Natale 2019

Natale 2019 – Stella

Una stella

Indica il cammino

Lo illumina

Almeno un po’

Il giorno vince

La stella scompare

Il cammino continua

Forte e sicuro della direzione data

Il tempo vince

La direzione scompare

Poi torna la stella

 

Noel 2019 – Etoile

Une étoile

Indique le chemin

Il l’éclaire

Au moins un peu

Le jour gagne

L’étoile disparaît

Le voyage continue

Fort et confiant dans la direction donnée

Le temps gagne

La direction disparaît

Puis l’étoile revient

 

Christmas 2019 – Star

A star

Indicates the path

Illuminates it

A little bit

The day wins

The star disappears

The journey continues

Strong and confident on the right direction

The time wins

The direction disappears

Then the star returns

 

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