Riconciliatevi! [6 – continua]

(trad. R. Cavallo)

Dite.

A forza di parlare del razzismo e dell’antisemitismo che, come l’erba infestante, ricrescono costantemente malgrado la vigilanza del giardiniere, noi rischiamo, voi ed io, di passare a fianco di un nuovo pericolo: il nazionalismo.

Non avete notato, miei amici, miei fratelli, questa tendenza, benvista e perfino applaudita, alla denuncia di tutti coloro che per la loro differenza, rischierebbero di mettere in pericolo i nostri valori nazionali?

Avete letto Zemmour? (giornalista autore francese conservatore contro la femminilizzazione, l’immigrazione, il multiculturalismo e la globalizzazione della società NdT). Difendiamo la nostra lingua, la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra storia, anche se non è sempre conforme alla morale, ma è la nostra, dice questo nuovo crociato. Ora, la nostra cultura non è minimamente minacciata. E’ con la nostra lingua che i figli dell’immigrazione fanno ridere la Francia in televisione.

E’ vero che la Francia è cambiata. Come il mondo, che è diventato uno. E’ vero che la Francia oggi non è solo la Francia. Quella di Barrès (scrittore e politico di spicco del nazionalismo francese NdT) e anche di Péguy (scrittore francese di fine ‘800, dal pensiero controverso NdT) è sopravvissuta. Oggi la Francia è multipla, multicolore. Da dove il successo fenomenale del film Qu’est-ce u’on a fait au bon Dieu ? (Non sposate le mie figlie! uscito in Italia a febbraio 2014 NdT), dodici milioni e duecentomila ingresso al box office in Francia. L’avete visto?

Miei amici, miei fratelli, rassicurate gli innamorati della nazione: i vostri figli continueranno a leggere Hugo, Baudelaire e Camus. Voi non potrete ciononostante garantire loro che lo faranno senza accento. Il nazionalismo, l’isolazionismo, monta in Francia come in tutta Europa. A quando la rivoluzione nazionale?

Come, miei amici, miei fratelli combattere questo odio della differenza? Visualizzandola.

D’altronde, se noi fossimo tutti uguali, la vita non avrebbe senso, e nemmeno questo libro… E’ perché la Francia è costellata di comunità, tradizioni, memorie particolari, così come il più bel giardino si distingue per la ricchezza e la diversità delle sue piante, che il mio richiamo alla riconciliazione si giustifica.

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